Moregnano

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Castello di Moregnano - Petritoli (FM)

Cenni Storici

Foto del 2005 fino al 2015, la chiesa è quella della Madonna di Loreto, adesso in fase di restauro (vedi  pagina immagini).
Studi toponomastici farebbero derivare Moregnano da Murena, possedimento patrizio d'epoca romana il cui periodo storico è ampiamente documentato su tutto il territorio di questa piccola frazione. E' facilmente dimostrabile con reperti archeologici ancora presenti sul luogo che la collina sovrastante Moregnano, in prossimità della villa Monaldi, era interessata da uno dei molteplici insediamenti sparsi di non rilevante consistenza demografica d'epoca picena definito con terminologia moderna: "Abitato", la cui necropoli era posta proprio dove fu poi fondato il castello. E' chiaro quindi, anche per l'inorganicità stratigrafica dei reperti trovati ed in continuo riaffioramento che il livello degli attuali orti fu realizzato in concomitanza del livellamento della collina su cui doveva sorgere il castrum e dai cui lavori derivò la distruzione della necropoli. L'evoluzione storica del territorio moregnanese potrebbe continuare in periodo farfense con la costruzione della corte di Santa Maria Ma tris Domine, una porzione di questa fu confiscata dal duca Ildebrando a Rabennone e a sua moglie Alerona: ad avvalorare questa tesi vi è un reperto con inscrizione risalente alla fine dell'VIII secolo, sicuramente appartenente alla primitiva chiesa di San Marco di Ponzano. La prima citazione storica che riguarda Moregnano è del XI secolo e si dice in possesso, insieme con altri castelli, al vescovo Ugone di Fermo con ordinaria giurisdizione. Un altro documento pergamenaceo c'informa che Moregnano divenne possesso della città di Fermo il 14 giugno 1214 con il trattato di Polverii del figlio d'Azzo VI d'Aldovrandino il quale, sconfitto l'esercito dei Conti di Celano ed ottenuta rinvestitura del Marchesato, confermò il possesso alla città di Fermo di diversi castelli donandone altri tra i quali quello di Moregnano. In questo periodo storico il castrum Morangiani doveva consistere in una cinta di mura con all'interno pochissime abitazioni e nessuna chiesa in quando la pieve era ancora posta sul pianoro di fondovalle vicino all'attuale fonte vecchia ed esistente già nel 1290. Il piccolo castello di Moregnano nel corso della sua storia non ha subito situazione belliche devastanti se non in alcuni casi. Nel 1415, durante la Signoria dei Migliorati di Fermo, fu occupato dall'esercito dei Malatesta anche se in maniera meno cruenta del vicino castello di Torchiaro. Di quest'assalto svolto con l'ausilio dell'artiglieria, in anni in cui non erano ancora state costruite le scarpe ai muri di cinta, rimane una palla di bombarda in calcare del diametro di circa 20 centimetri ritrovata a Moregnano durante una ristrutturazione. Subita la sconfitta dal Malatesta, dovuta a Braccio di Montone, presso Assisi, i castelli del fermano secondo le cronache d'Anton di Nicolò ritornarono tutti all'obbedienza di Fermo, Moregnano lo fece il 17 luglio del 1417. Durante il governo Napoleonico Moregnano fece parte del Dipartimento del Tronto, lo stesso Amministratore, Savino Savini già Edile, cittadino fermano aveva casa, famiglia e terre a Moregnano, libero comune fino al 1869, privato della municipalità divenne frazione di Petritoli. L'aspetto architettonico odierno poco ha conservato dell'architettura originale essendo stata praticata una massiccia sostituzione dell'edilizia nel XVIII secolo. L'orientamento dell'antico castello che sfrutta l'andamento di crinale, e in direzione est-ovest, di forma allungata ma poco profonda così che diviso il suo interno in sole tre vie convergenti verso la piazza, queste non presentano nessun collegamento trasversale. Il circuito murario è ancora leggibile anche se trasformato in case muro, con porzioni di torri rompitratta alcune delle quali munite di feritoie a lama con svasatura interna e collegamenti sotterranei paralleli alle mura di cinta. La parte più alta dell'abitato dalla seconda metà del '600 alla seconda metà del '700 è stata ampiamente rimaneggiata con l'inserimento sul lato sud della piazza di due palazzi di campagna che i possedenti terrieri, originari di Fermo, usavano come residenza saltuaria e luogo di stoccaggio temporaneo dei loro prodotti agricoli, in un periodo storico in cui l'istituzione del porto franco di Ancona nel 1731 produsse un incremento del reddito agrario. Su questo lato della piazza vi è collocato il palazzo comunale dello stesso periodo. Il lato nord della piazza, demolita in parte la chiesa preesistente, fu occupata dalla casa parrocchiale ora casa Properzi, mentre sul lato ovest fu costruita la nuova chiesa su progetto di Pietro Augustoni da Como nel 1796. L'imponente edificio ecclesiastico a definitivamente distrutto le mura esistenti su quel lato insieme a due torrioni ed al fossato che sicuramente doveva esistere ancora a quel tempo e definitivamente colmato con l'interramento di parte della torre campanaria quando per ovvi motivi di comodità in epoca recente si è deciso di realizzare un ingresso carrabile su quel lato. Nonostante queste notevoli trasformazioni, l'impianto dell'antico castello di Moregnano si è però mantenuto, soprattutto per l'assenza d'agglomerati edilizi e costruzioni recenti in prossimità del centro storico la cui valenza paesaggistica n'accentua l'idea di borgo fortificato.

Secondo Malaspina

Palazzo Trenta. Dimora Storica per vocazione.

L'immobile si sviluppa su tre piani, comprendendo anche un piano seminterrato con annessa grotta naturale, per un totale di circa mq. 1.070 coperti ed un'area scoperta di circa 200 mq. L'affascinante contesto paesistico in cui sorge Palazzo Trenta, l'esigua distanza, sia dal mare, sia dalle montagne, la pregevole cortina in laterizi lavorati, la raffinatezza delle decorazioni affrescate rendono l'immobile un ottimo investimento, da inserire in circuiti turistico-culturali costantemente alla ricerca di luoghi d'arte incontaminati e ricchi di prodotti eno-gastronomici tipici regionali. Un attento lavoro di restauro restituirebbe al complesso la sua fruibilità e la sua originaria bellezza, con molteplici possibilità di destinazioni d'uso: sia di tipo privato che e/o recettivo, sia residenziale essendo presente la volumetria necessaria per poter ricavare diverse unità abitative. Si potrebbero realizzare, infatti, sia camere o suite per un hotel di charme, sia piccoli raffinati appartamenti da affittare periodicamente con servizio alberghiero. Un'altra soluzione consisterebbe nel ristrutturare l'intero Palazzo storico come un'unica prestigiosa unità abitativa. E' stata valuta positivamente la possibilità di realizzare all'interno dell'edificio, un'attrezzatura ricettiva classificata a 4/5 stelle, da inserire nel prestigioso circuito nazionale delle "Dimore Storiche". Per ottenere ciò si dovranno individuare all'interno del palazzo storico, oltre che una serie di attrezzature comuni, una serie di "Unità Suite", dotate delle attrezzature che la legge regionale richiede per appartenere alla classificazione "Dimore Storiche". I luoghi di interesse sono d'epoca più recente (XVIII secolo), si ricordano:
Palazzo Trenta, Chiesa dei Santi Vittore e Corona e la chiesa della Madonna di Loreto.


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